SERGIO VISCARDI, in arte SERGIOTTO COMMENTO CRITICO A CURA DELLA DOTT.SSA CHIARA CROCI SerGiotto ci diverte con la sua Arte, trasportandoci in un mondo dove il pensiero si traduce in opere che profumano di provocazione e denuncia. Il suo è uno stile eclettico caratterizzato da una continua sperimentazione di generi, forme e materiali. Dalla pittura, all’Arte Digitale fino alla rappresentazione della quarta dimensione in cui le opere fuoriescono dalla loro dimora protendendo verso l'osservatore. A testimonianza di questo approccio artistico l'opera “Eva la prima influencer”. Un'opera essenziale per composizione e cromatismi, dove protagoniste sono le tonalità dorate nelle loro molteplici sfumature. Un’opera che ha il sapore di provocazione. Dallo squarcio di un quadro, che sembra configurarsi come un omaggio allo Spazialismo di Fontana, fuoriescono due mani che reggono una mela già addentata, simbolo del Peccato originale. Eva, La prima Donna ad aver ceduto alla tentazione mangiando il frutto proibito. Eva che attraverso la sua trasgressione diviene per Sergiotto metafora dell'uomo odierno, un uomo che pur conoscendo il male non riesce a resistere alle tentazioni offerte dal mondo malato in cui vive, facendosi influenzare quotidianamente da serpenti multiformi. Un uomo che pur essendo schiavo si crede libero, un uomo che si nutre esclusivamente di frutti proibiti, un uomo che ha perso il baricentro del suo Essere, il controllo del proprio pensiero, l'equilibrio della propria vita, diventando immagine e somiglianza del Nulla. Un'identita ormai smarrita dietro lo schermo di uno smartphone, dove l'immagine esteriore del sè è catturata da Selfie, mentre L'lnteriorità viene mangiata dal mondo, lo stesso da cui ci lasciamo tentare. La mela che Eva ci porge oggi ha le sembianze più svariate e noi non ci limitiamo a morderla ma la divoriamo fino al nocciolo, arrivando a perdere il senso del nostro esistere. Sergiotto invita ciascuno di noi a guardarci allo specchio, ad aprire gli occhi dell’Anima per ritrovare l'interiorità che abbiamo perduto, per riacquisire la nostra identità senza timore, bensl con la forza di rinunciare a tutte le mele che ci vengono offerte. Dott.ssa CHIARA CROCI